Cannocchiale da marina a tre allunghi
Cannocchiale da marina a tre allunghi
Gran Bretagna, terzo quarto XIX secolo
M.M.T.A. - Invent. n. 066
Materiali: ottone e cristallo
Dimensioni: lunghezza massima cm 61; Ø obiettivo cm 3,3
Tubi in ottone; linguetta coprioculare; tubo parasole.
I primi cannocchiali constavano di un tubo di cartone, ricoperto di rame lavorato a bulino e ornato con parti dorate, che conteneva un porta oculare e un porta obiettivo in legno duro o in osso. Talvolta il legno costituiva anche la materia con cui era fabbricato il tubo e in questo caso le lenti potevano essere formate da sezioni trapezoidali incollate. La sezione del tubo del cannocchiale poteva essere ottagonale, esagonale o quadrata. Le lenti a corta focale, molto spesse, avevano un’aberrazione cromatica notevole, per cui, sino alla fine del XVIII secolo, per gli oculari ci si dovette accontentare di lenti sottili a lunga focale. Non erano rari i cannocchiali a otto o dieci segmenti (o allunghi), che potevano raggiungere la misura di un metro e mezzo. Fino al Settecento inoltrato, i costruttori non furono in grado di realizzare in serie tubi di metallo con calibri precisi. A partire da quel momento, i cannocchiali vennero fabbricati con tubi in ottone rientranti uno dentro l’altro, con al centro un elemento raddrizzatore composto da due lenti, che permetteva di vedere l’immagine diritta, anziché rovesciata, come era accaduto fino ad allora. La scoperta dell’acromatismo dei sistemi diottrici da parte di John Dollond nel 1757 fece compiere un considerevole passo in avanti all’ottica. Dal 1760 in poi i costruttori cominciarono a fabbricare cannocchiali con questo sistema. I più conosciuti fra loro erano: Culperer e Dollond in Gran Bretagna, Canivet, Passemant, Lenelle e George in Francia. Benché il nuovo sistema permettesse di ottenere un forte ingrandimento anche con un cannocchiale corto, il campo visivo di quest’ultimo doveva essere abbastanza grande affinché lo strumento fosse utilizzabile a bordo in presenza dei movimenti di rollio e di beccheggio della nave. Un soluzione di compromesso dovette essere accettata da tutti nel corso dell’Ottocento. I cannocchiali nautici venivano generalmente costruiti in due segmenti. Chiusi misuravano una cinquantina di centimetri, con un diametro di tre pollici (circa 7,6 cm). I tubi in ottone erano il più sottili e leggeri possibile. Il tubo esterno veniva ricoperto di cuoio, pelle (liscia o zigrinata) o striscioline di cuoio intrecciate. Spesso il rivestimento era arricchito con delle targhette su cui si trovavano incisi i segnali marittimi. L’obiettivo, munito di un tubo parasole, aveva un coperchietto per proteggere la lente dai possibili urti. L’oculare era quasi sempre nascosto da una linguetta mobile. La messa a fuoco si effettuava avvicinando o allontanando il tubo porta oculare. Spesso sui cannocchiali da marina si trovano dei cerchi, tracciati con una punta dura, che indicano la regolazione esatta per mettere a punto lo strumento prima di usarlo.