Mas italiano
Marietto Solari
Mas italiano
lancia siluri della Marina Militare Italiana
Modello di cantiere costruito a Chiavari nel 1946
M.M.T.A. - Invent. n. 203
Materiali: legno di teak e metallo
Dimensioni: cm 171x37x76
Scala: 1:17
Il natante è dotato di una mitragliera a prua e di due lanciasiluri laterali. Il modello riproduce un MAS costruito nel cantiere navale degli Scogli, simile allo R.D. 149. La sua realizzazione era iniziata nel periodo fascista, ma venne ultimato solo nel 1946, dopo la Liberazione. Marietto Solari, a rischio della sua incolumità, ne aveva ritardato il completamento, adducendo come motivazione la mancanza di alcuni pezzi per il motore.
La sigla MAS è un’abbreviazione di Motoscafo Anti Sommergibile. Unità piccole e velocissime, furono ideate, costruite e utilizzate con successo dalla Regia Marina Italiana durante la Prima Guerra Mondiale. Il loro dislocamento andava da 12 a 30 tonnellate, la loro velocità variava fra 18 e 30 nodi, e il loro armamento poteva comprendere un cannoncino, due mitragliere, due siluri e bombe antisommergibili. Ne furono costruiti circa trecento esemplari, destinati a un’infinità di compiti, in uno scacchiere come quello adriatico dove i bassi fondali e le coste frastagliate facilitavano l’impiego di natanti leggeri e veloci. Effettuare scorrerie lungo le coste istriane e dalmate, tendere agguati al traffico mercantile nemico, stanare e attaccare i sommergibili austriaci, vigilare le coste e i porti italiani, scortare i convogli di truppe e fungere da ricognitori per le unità maggiori furono i loro campi d’azione più importanti. Tra le imprese più significative dei MAS italiani vanno ricordati gli attacchi contro le unità nemiche rifugiatesi nel porto di Durazzo, l’assalto a due navi da battaglia ferme a Cortellazzo, il siluramento della “Wien”, ormeggiata nel porto di Trieste, la cosiddetta “beffa di Buccari”, cui prese parte anche Gabriele D’Annunzio, e il siluramento della corazzata austro-ungarica “Szent Istvan” (Santo Stefano) ad opera del tenente di vascello Luigi Rizzo. Con le tre lettere della sigla MAS il Poeta Vate coniò il motto latino dei veloci mezzi di combattimento: “Memento Audere Semper” (ricordati di osare sempre). Le caratteristiche fondamentali di questi motoscafi erano: minimo pescaggio, per consentire un passaggio sicuro anche in zone minate; mobilità, velocità e tonnellaggio ridotto, per potersi sottrarre facilmente alla reazione nemica, rompendo il contatto, e tornare a farsi sotto solo quando la vigilanza si fosse allentata. All’epoca della Prima Guerra Mondiale, la costruzione dei MAS venne affidata soprattutto alla SVAN (Società Veneziana Automobili Nautiche), per cui la prima interpretazione della sigla MAS fu Motobarca Armata SVAN. Lo sviluppo dei mezzi e la loro rapida diffusione, portarono in seguito alla realizzazione di unità che raggiungevano le 100 tonnellate di stazza, i 50 nodi di velocità e avevano un potente armamento, designate Vedette Antisommergibili (VAS).