Modelli di Navi Militari a vela

Hovercraft inglese “Mario Tommasino”

Hovercraft inglese “Mario Tommasino”

Franco Tommasino

Hovercraft inglese “Mario Tommasino”

Modello navigante costruito a Chiavari nel 1988

M.M.T.A. - Invent. n. 051

Materiali: compensato, vetroresina, polistirolo, nylon,plastica, acciaio
Dimensioni:cm 83x38x40
Scala:1:100

Il modello ha un motore a scoppio da 1 CV che aziona un’elica tripala rivolta verso il basso. Comprimendo l’aria sotto lo scafo, essa fa gonfiare il grembiule e sollevare il natante. Un’elica bipala, posta sul castello di poppa in mezzo ai due timoni, imprime la spinta in avanti. Il natante più muoversi sia in acqua sia a terra. L’inglese Christopher Sydney Cockerell, dopo aver partecipato alla Seconda Guerra Mondiale come ingegnere radiotecnico, si dedicò alla progettazione di imbarcazioni ad alta velocità. Constatando come l’attrito con la superficie dell’acqua e la resistenza d’onda riducessero le prestazioni dei natanti, si chiese come risolvere il problema. Fra i suoi appunti egli annotava: “Se potessi fare della carena una superficie d’aria, l’attrito con l’acqua diventerebbe trascurabile”. Nel corso di vari esperimenti, collocò una scatoletta di cibo per gatti dentro una scatola di caffè e, con un tubo di aspirapolvere opportunamente adattato, soffiò dell’aria nell’intercapedine fra le due lattine. Misurando i risultati con una bilancia da cucina, scoprì che il getto d’aria forzato attraverso l’intercapedine, esercitava sul piatto della bilancia una pressione tre volte superiore a quella del getto d’aria emesso normalmente dall’aspirapolvere. Basandosi sullo stesso principio, progettò uno scafo sorretto da un cuscino d’aria, pompata verso il basso attraverso una serie di fessure, e lo brevettò nel 1955. La prima imbarcazione di dimensioni utili al trasporto di persone gli fu commissionata da una società inglese dell’Isola di Wight, che poi sarebbe divenuta la British Hovercraft Corporation. Chiamato SR.N1, l’hovercraft venne presentato per la prima volta al pubblico l’11 giugno 1959, destano enorme impressione. Con una stazza di 7 tonnellate, sembrava una zattera munita di fumaiolo, ma aveva un’agilità e una velocità sorprendenti. Le manovre che poteva eseguire erano veramente stupefacenti: anziché scivolare, si sollevò dalla rampa di cemento dello scalo di alaggio, si lanciò in mare, procedendo ad un’altezza di circa 20 cm dalla superficie, ruotò di 180° sul suo asse e si spostò a marcia indietro. Quella stessa estate, munito di un motore ausiliario, raggiunse una velocità di ben 60 nodi. Il 25 luglio 1959, nel 50° anniversario del primo volo di Blériot attraverso la Manica, compì la prima traversata verso la Francia, pilotato dallo stesso Cockerell. Alla fine dell’anno, l’SR.N1 fu equipaggiato con il primo modello di “gonna” (una cintura di tessuto gommato alta 30 cm stesa intorno al fondo piatto dello scafo) che, trattenendo l’aria pompata dall’alto ed espulsa attraverso le fessure in basso, funzionava da economizzatore di energia, evitando le dispersioni, nonché da ammortizzatore e da sospensione, attutendo i sobbalzi troppo bruschi. Meno di due lustri dopo, il 31 luglio 1968, l’hovercraft N4, da 170 tonn., con 254 posti passeggeri e 30 posti auto, iniziò il regolare servizio di traghetto sulla Manica, fra Dover e Boulogne-sur-Mer. Negli hovercraft da trasporto, l’aumento di peso e di dimensioni non comporta una crescita proporzionale nei consumi di energia e di combustibile. Una versione modificata dell’N4, entrata in servizio nel 1978, era in grado di trasportare un carico maggiore del 70% rispetto alla versione normale, e cioè 424 passeggeri e 55 vetture, ad un costo superiore solo del 15%. Il tipo Mark III era munito di una gonna di forma leggermente rientrante, lunga 7 m, capace di assorbire onde alte fino a 4,5 m. Le caratteristiche anfibie dell’hovercraft ne fanno il mezzo adatto alla navigazione in zone paludose o su acque coperte da banchi di ghiaccio. Gli N5 vennero utilizzati dai marines americani nel delta del Mekong, durante la guerra del Vietnam, inquadrati nella famosa “Riverine Force”, che aveva il compito di sostenere le operazioni terrestri e recuperare i piloti caduti in territorio nemico. La polizia di Hong Kong li utilizza per la lotta al contrabbando con la Cina, mentre l’Arabia Saudita li impiega nel pattugliamento delle acque costiere del Golfo Pesico. Gli aeroporti di San Francisco negli Stati Uniti, Vancouver in Canada e Auckland in Nuova Zelanda, circondati da acque basse o paludose, ne sono dotati per il servizio di salvataggio. Alcuni hovercraft sono ancora in servizio fra Hong Kong e Macau e fra la colonia inglese e le altre isole del delta del Fiume delle Perle, ma tendono sempre di più ad essere sostituiti dagli aliscafi, specialmente i grandi Jumbocat costruiti dalla Boeing, muniti di potenti idrogetti e molto confortevoli. In Canada si è constatato che l’hovercraft può fungere anche da rompighiaccio, se la lastra non è troppo spessa, grazie alla pressione dell’aria che viene espulsa verso il basso.

Origine

Donazione Franco Tommasino

Data

02 Aprile 2018

Tags

a motore, navigante

Informazioni

Il Museo è accolto nella caserma della Scuola Telecomunicazioni delle Forze Armate a Chiavari.

Per visite al Museo, trattandosi di istituzione militare, occorre prenotarsi con tre giorni di anticipo