Telegrafo “Morse”
Telegrafo “Morse”
ricevente e trasmittente
Italia, 1890
M.M.T.A. - Invent. n. 094
Materiali: rame avvolto su ferro dolce, ottone
Dimensioni: cm 28x20x28
Fu utilizzato sino agli anni 1960 circa dalle Ferrovie e dai Telegrafi dello Stato. I messaggi venivano battuti con il tasto ad una velocità di circa 10 parole al minuto.
Con questo apparecchio si potevano trasmettere fino a dieci parole al minuto e il messaggio veniva ricevuto sotto forma di segni tracciati da una punta scrivente su un nastro di carta, detto “zona”. I segni dovevano poi essere decifrati e trascritti a mano. Le lettere dell’alfabeto erano indicate da combinazioni di segnali brevi e lunghi (punti e linee). Congegni simili vennero utilizzati sino alla fine degli anni 1960 dai Telegrafi di Stato e dalle Ferrovie. Un meccanismo a molla trascinava il nastro di carta. Due elettrocalamite ricevevano gli impulsi elettrici e azionavano la penna, che tracciava i punti e le linee. Il tasto di trasmissione era un semplice interruttore che, muovendosi, apriva e chiudeva un circuito. Se rimaneva abbassato per lungo tempo, il segnale era più lungo e il ricevitore tracciava una linea; se rimaneva abbassato solo un istante, l’impulso era breve e il ricevitore tracciava un punto.
Nel 1873 re Guglielmo IV d’Inghilterra concesse un brevetto per un telegrafo elettrico a William Fothergill Cooke, un fabbricante di modelli anatomici, e al fisico Charles Wheatstone. Questo telegrafo aveva cinque fili collegati a cinque aghi, che venivano deviati a due a due, in modo che ogni coppia indicasse un segnale sul quadrante. L’anno successivo, Samuel Morse registrò presso l’Ufficio Brevetti americano la descrizione di un telegrafo a un solo filo. Nel 1851 venne posato un cavo sottomarino che, attraverso il Canale della Manica, collegava Dover, in Inghilterra, con Cap Griz Nez, in Francia. Questo cavo era stato isolato con della guttaperca, una sostanza simile alla gomma ricavata da una pianta tropicale, e quindi era stato rivestito di canapa e di ferro galvanizzato. Fu l’inizio della rete telegrafica internazionale, che in pochi decenni avrebbe collegato tutti gli angoli del globo. Navi speciali vennero attrezzate per la posa dei cavi sui fondali oceanici. Una delle più famose fu la “Great Eastern”, il colosso progettato e costruito da Isambard K; Brunel, che si era rivelata un fallimento come nave-passeggeri ma ebbe grande successo nel nuovo ruolo. Nel 1855, l’americano David Hughes inventò un telegrafo scrivente, grazie al quale l’operatore poteva trasmettere i messaggi battendoli su una tastiera, in cui ogni tasto rappresentava una lettera. La macchina trasformava automaticamente le lettere in segnali elettrici e, all’altro capo della linea, un’altra macchina ricevente stampava il messaggio in chiaro. La trasmissione di telegrammi su linee sprovviste dell’apparecchiatura di Hughes divenne più rapida dopo il 1858, quando Wheatstone brevettò un sistema a nastro perforato. Gli operatori perforavano su un nastro i messaggi in alfabeto Morse, poi il nastro veniva fatto passare in un apparecchio trasmittente alla velocità di 75-100 parole al minuto. All’altro capo, una punta scrivente tracciava i segnali su un nastro di carta. Il primo sistema di telegrafia bi-direzionale, che permetteva di trasmettere contemporaneamente i messaggi nelle due opposte direzioni, venne brevettato dall’americano J. B. Stearns nel 1872. Quello stesso anno, il francese Jean-Maurice-Emile Baudot presentò un sistema di telegrafia multipla, nel quale si potevano trasmettere due o più messaggi sulla stessa linea e nella stessa direzione. Il primo servizio telegrafico per abbonati venne istituito a Berlino, in Germania, nel 1903. Una centrale gestita dall’amministrazione postale tedesca era collegata con un centinaio di aziende, ciascuna delle quali disponeva di una macchina trasmittente e ricevente, una specie di combinazione di un trasmettitore Baudot con una stampante Hughes. La macchina sulla quale si digitava il messaggio veniva collegata manualmente dalla centrale con quella del destinatario. Il telegrafo raggiunse l’apice della sua popolarità come mezzo di comunicazione alla fine del XIX secolo, poi cominciò lentamente a declinare a causa dell’introduzione di nuovi sistemi e di nuove apparecchiature, come la radio e il telefono.