Vascello inglese di primo rango
Franco Tommasino
Vascello inglese di primo rango “Sovereign of the Seas”
Modello costruito a Chiavari nel 1970
M.M.T.A. - Invent. n. 002
Materiali: legno, ottone e acciaio; su basamento di legno e plastica
Dimensioni: cm 107x45x87
Scala: 1:100
Scafo a ossatura e fasciame; tre alberi a vele quadre; trinchetto e maestra con trevi, gabbie, velacci e contro; mezzana latina; bompresso con civada e controcivada; manovre e attrezzature complete; mancano le vele; polena a forma di re a cavallo; specchio di poppa ornato con lo stemma degli Stuart; un grande fanale di coronamento a poppa; timone decorato con testa di leone coronata. Probabilmente non c’era nave più famosa che solcasse i mari europei nella seconda metà del Seicento. Progettata dal famoso ingegnere navale inglese Phineas Pett, su espresso desiderio del re Carlo I, e battezzata “Sovereing of the Seas”, fu varata nell’ottobre del 1637. Rispetto agli altri vascelli dell’epoca aveva una caratteristica particolare: tre ponti di batteria completi, invece di due, il che aveva permesso di aumentare il numero dei cannoni da 90 a 102. Era un bastimento di grande prestigio, che valeva 40.000 sterline dell’epoca: somma sufficiente a costruire sei unità da 40 cannoni. Il costo della decorazione ammontava a 7.000 sterline. Dopo un periodo di prova, Peter Pett, figlio del progettista, lo trasformò in un due ponti, per renderlo più stabile e maneggevole, e lo ribattezzò “Royal Sovereign”. I lavori di ricostruzione si svolsero fra il 1654 e il 1660 e comportarono innanzitutto il rafforzamento dei ponti, per distribuire meglio le artiglierie. I cannoni più pesanti vennero collocati nella batteria inferiore, per aumentare la stabilità dello scafo, la quale era sovente compromessa dalla penetrazione di acqua marina attraverso i portelli, quando venivano aperti per il combattimento. Era un difetto comune a molte unità inglesi, che tendevano a essere alte sull’acqua e a pescare troppo, il che impediva loro di penetrare nei bassi fondali, al contrario di quelle francesi e olandesi, più basse e più larghe, che godevano di maggiore stabilità. Le sue dimensioni erano: lunghezza m 71; larghezza m 14,75; pescaggio m 7,16; dislocamento tonn. 1.541 come “Sovereign of the Seas” e tonn. 1.637 come “Royal Sovereign”. L’armamento comprendeva: 24 cannoni da 42 libbre nella prima batteria; 20 cannoni da 24 libbre nella seconda; 22 cannoni da 18 libbre nella terza, o ponte di coperta; più vari pezzi minori da 9 e da 12 libbre. L’equipaggio era composto da 780 uomini. Il 10 giugno 1690, nella battaglia di Beachy Head, il “Royal Sovereign” alzava l’insegna dell’ammiraglio Arthur Herbert, conte di Torrington. La flotta francese era al comando dell’ammiraglio Tourville, uno dei migliori comandanti di mare di quel periodo. Con il passare delle ore il combattimento volse decisamente a favore dei transalpini, che appoggiavano le rivendicazioni dello spodestato re d’Inghilterra Giacomo II Stuart. Nello scontro il “Royal Sovereign” fu impegnato da varie unità nemiche, tra cui il “Content”, lo “Entreprenant” e lo “Apollon”, tutte da sessanta cannoni. Malgrado l’inferiorità dell’armamento, i vascelli francesi si difesero con tale accanimento da costringere l’ammiraglio inglese a rompere il contatto. Herbert fu giudicato colpevole della sconfitta, nonostante la sua appassionata difesa di fronte alla corte marziale, e non gli fu più affidato alcun comando. Il “Royal Sovereign” venne distrutto da un incendio nel 1696.